Liberatoria: quando come e a chi richiedere la liberatoria? Quando è obbligatoria la liberatoria, come compilare una liberatoria? Liberatoria maggiorenni e liberatoria minorenni sono la stessa cosa? Chi deve decidere, cosa dice la legge? Sono intervenuto già sull’argomento ma le vostre domande mi portano a rispondervi un po’ più approfonditamente.
Semplifico: se mandiamo in onda o on line una immagine video o fotografica di qualcuno, oppure se pubblichiamo la stessa su una rivista, su un manifesto o su qualsiasi altro supporto destinato al pubblico, per rendere, appunto, pubblica quella immagine dobbiamo essere autorizzati da chi ha i diritti di quella stessa immagine. Insomma: riprendo una ragazza in costume da bagno al mare. Se quella ripresa me la guardo solo io a casa mia, non c’è bisogno di liberatoria. Ma se la inserisco in un mio video destinato al pubblico la liberatoria ci vuole. Ma attenzione però. Se sto facendo giornalismo, se quella ragazza è visibilmente maggiorenne, posso inserire quella immagine all’interno del mio servizio perché ha solo finalità di informazione. Se invece il mio video è destinato all’intrattenimento e quindi ha finalità commerciali quella liberatoria è obbligatoria.
Liberatoria gratuita o a pagamento
La ragazza che ho ripreso al mare può darmi la sua autorizzazione a trasmettere o pubblicare la sua immagine giusto per simpatia. In questo caso deve riempire questo modulo: liberatoria maggiorenne. Il mio consiglio è di portarvi sempre a casa le liberatorie firmate. Perché un giorno una persona, magari anche amica, può cambiare idea e denunciarvi perché non vi ha dato l’autorizzazione scritta.
La liberatoria a pagamento è l’autorizzazione che voi ottenete di trasmettere o pubblicare una immagine a fronte di un pagamento convenuto e regolato nei termini di legge.
Liberatoria per minorenne
La liberatoria_minorenne deve essere firmata da entrambi i genitori ed è accettata se si tratta di una prestazione occasionale, casuale, gratuita. Se il minorenne invece dà una vera e proprio prestazione lavorativa, per esempio è uno dei protagonisti del vostro cortometraggio, allora le cose si fanno più complicate. Dovete rivolgervi alla Direzione Provinciale del Lavoro, Servizio Politiche del Lavoro della vostra città. Vi richiederanno l’autorizzazione dei genitori, ma anche la solita marca da bollo (14 euro, mi pare). E poi: certificato medico, attestazione del dirigente scolastico, sceneggiatura, piano di produzione completo di location, orario, numero delle scene da girare. E dovrete anche tenere presente che un minorenne non potrà lavorare per voi per più di 7 ore che dovrete organizzare in questo modo: tre ore di ripresa, una di pausa e altre tre di ripresa.
Liberatoria a vostro giudizio
Per fortuna sul set, se siete un filmmaker, siete solo voi a decidere. In genere, nel bene e nel male, la produzione è tutta vostra. Per questo motivo se dietro la ragazza al mare c’è un tizio che sta facendo il bagno, decidete voi se è il caso di perdere tempo per fargli firmare una liberatoria. A tale proposito voglio sottolinearvi una cosa. Quando qualcuno sostiene di avere ricevuto danni alla sua immagine a causa della vostra ripresa, sappiate che quel signore dovrà innanzitutto dimostrare e quantificare i danni che presume di avere subito. Ma dovrà ancora di più e meglio dimostrare di avere davvero una “immagine”. Una persona “comune” che fa un lavoro “comune” e non ha nessuna immagine pubblica avrà sempre difficoltà a dimostrare che la sua “immagine” ha subito dei danni reali, quantificabili in denaro. Insomma, in molti casi, dovete decidere voi se è il caso di richiederla o meno. Sappiate solo che per legge è obbligatoria ma che anche il tacito consenso o una semplice autorizzazione che vi viene data in video possono essere più che sufficienti.