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Lavorare in televisione e nel cinema: come si comincia?

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Come si fa per lavorare in televisione oppure nel cinema? Come si diventa registi o produttori o montatori? Come si entra nel mondo dello spettacolo? E’ una domanda che tutti mi pongono da quando ho iniziato a fare questo lavoro. L’offerta è altissima e ne approfittano un po’ tutti. Ci sono addirittura dei furbacchioni che scrivono libri sull’argomento illudendo gli sprovveduti che dopo quella “interessante” lettura sicuramente riusciranno a trovare un bel posto in TV. Tutte balle. Diffidate di tutti quelli che vi vendono qualcosa assicurandovi che ricaverete – da quello che dovreste comprare – grandi successi o guadagni o traguardi. Diffidate anche di quei politici cialtroni che vi promettono il “posto di lavoro” in cambio del vostro voto. Verreste bollati per sempre di un colore che quando non sarà più al governo sarà anche la vostra rovina. E non pensate neanche di prostituirvi. Puttane o marchette si nasce. Non ce la fareste nel tempo e, poiché le voci girano, tutti si sentirebbero in diritto di chiedervi prestazioni anche per due giorni malpagati di lavoro.

Cinema e TV: come si entra

“Entrare” nel cinema o in televisione è il sogno, il desiderio, l’ambizione, il progetto di un numero sempre più vasto di persone. Potremmo dire che più le cose vanno male nel nostro paese più la gente pensa allo mondo dello spettacolo come ultima eppure grande opportunità.
Molti vedono il cinema o la televisione come un luogo pieno di belle ragazze, di maschi ricchi e aitanti, una specie di allegro paradiso dove si guadagnano tanti soldi e si diventa famosi.
Pochi vedono il lavoro nel cinema o nella tv per quello che è: un mestiere duro, senza orari, con poche certezze, carico di stress.
I milioni vanno nelle mani di pochi. Tutti gli altri guadagnano bene o anche benissimo, ma per la fatica che fanno si meritano fino all’ultimo centesimo che si mettono in tasca.
Cinema e tv sono anche, naturalmente, mestieri di grande fascino, ti permettono di conoscere migliaia e migliaia di persone, centinaia e centinaia di luoghi che non ti saresti neanche sognato di raggiungere.
Il lavorare nel cinema o nella televisione può darti soddisfazioni o delusioni immense. E non sempre ne sei tu l’artefice o il responsabile.
Quando scrivo cinema e televisione intendo il mestiere del cinema o della televisione e di mestieri cinema e televisione uniscono un numero davvero eccezionale: vi lavorano certamente registi e sceneggiatori, autori, collaboratori ai testi e redattori, producer e direttori, segretari di produzione e assistenti di studio, operatori di ripresa e fonici, montatori e segretari di edizione, sarte e costumiste, elettricisti e macchinisti, scenografi e arredatori, grafici e informatici, operai di scena e gobbisti, parrucchieri e truccatori. Ma se guardiamo bene vediamo che tanto nel cinema quanto nella televisione c’è posto per tutti: tecnici di ogni genere, addetti di ogni settore, impiegati, ragionieri, geometri, interpreti, storici, giornalisti, analisti…

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Lavorare in televisione

In televisione c’è una enorme differenza rispetto al resto del mondo del lavoro: non si sa mai bene chi davvero conta, non c’è mai nessuno che veramente conti. Può succedere che domattina una bella ragazzotta, raccomandata da qualcuno, faccia l’inviata o la regista chissà dove. Ma quello che fa è davanti agli occhi di tutti. Se lo fa bene, continua a farlo, altrimenti se ne sta a casa. Nella maggior parte dei casi.
Alle porte della televisione, come ho detto poc’anzi, oggi bussano un po’ tutti proponendo soprattutto il proprio comune “desiderio” di fare televisione, accanto a lauree in scienze delle comunicazioni oppure a corsi teorici di arti varie.
Ma è assolutamente inutile mandare un curriculum alla TV. Se vi va bene viene archiviato in un faldone che non sarà mai aperto da nessuno.
Opportunità di lavoro può offrirvele soltanto una casa di produzione. Vediamo come.

Lavorare in produzione

Per prima cosa decidete bene chi siete. Qui stiamo parlando di “cominciare” a lavorare. Quindi non siete nessuno. Se non ve lo chiedono, è inutile che vi mettiate a raccontare del vostro ultimo filmetto o di quella esperienza avuta come comparsa. Presentatevi dicendo che avete qualche piccola esperienza, che siete disponibili, che volete imparare. Se vi chiedono che cosa vorreste fare un giorno non rispondete dicendo “regista” o “direttore di produzione”. Se avete una bella faccia intelligente e vi mostrate molto svegli, se quello è un direttore di produzione vi vede già come un concorrente e vi scarta. Dite che siete lì per capire quale possa essere un giorno la vostra strada, che è troppo presto per dirlo ma che siete disposti a fare tutto.

Non pensate di guadagnare subito. Per sopravvivere fate il cameriere, il badante, il dog sitter; per imparare  investite tutto il tempo che avete per mettere le tende in un ufficio di produzione. Quando siete sul set non camminate, correte. Quando vi si chiede qualcosa non rispondete con un filo di voce. Gridate, fatevi sentire: “Eccomi!”, “Arrivo!”, “Pronti!”. Guardate come si muovono i professionisti, come si relazionano con gli altri. Siate gentili e disponibili con tutti ma non fidatevi mai di nessuno. Non fate critiche, commenti, evitate di far parte di un gruppetto.

La società dove avete portato il vostro curriculum non vi ha ancora chiamato? Ritornateci, riportateglielo. E ritornateci ancora dopo quindici giorni e ancora e ancora e ancora. Vi prenderanno per sfinimento. Lasciate stare il telefono e le mail. Non rispondono e non leggono. Presentatevi senza appuntamento, ingraziatevi le segretarie. Mettetevi in un cantuccio e aspettate, pazientemente, sorridendo, con la schiena dritta, non depressi e sconfitti.

Se cercate garanzie, sicurezze questo lavoro non fa per voi. Quando avete finalmente ottenuto il primo lavoro non è automatico che facciate il secondo. Ogni volta siete in prova, ogni volta siete in gioco. E’ così per tutti.

C’è una cosa che veramente conta per lavorare nel cinema o in televisione. Una cosa che è più importante di qualsiasi altra: il mestiere.
Il vostro obiettivo dunque, una volta ottenuto il primo lavoro è quello di imparare quanto più è possibile di questo mestiere.

Rosso, giallo, verde, alto, grasso, basso, brutto, secco, non conta niente: chi conosce il mestiere lavora. Chi sa lavorare è un bene prezioso per una produzione. In una produzione possono anche esserci dieci raccomandati o venti baciapile ma non può non esserci chi sa lavorare.

 

Alessandro Ippolito

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